La composizione dei suoli è piuttosto varia. La parte orientale del pescarese e del chietino è formata da un’ampia fascia collinare, composta prevalentemente da terreni argillosi, arenacei e sabbie. La sezione occidentale è quella maggiormente montuosa, dove prevalgono arenarie grigiastre. Nell’estesa regione montana dell’aquilano si dischiudono bacini particolarmente importanti costituiti da terreni argilloso-calcarei e arenarie, tendenzialmente compatti e di medio impasto. Adeguata la situazione idrica della regione.
In questo contesto ambientale la viticultura abruzzese si sviluppa per circa 32.000 ettari vigneto, quasi la metà dei quali impiantati a denominazioni d’origine. La produzione si attesta a un totale di circa 2,5 milioni di ettolitri di vini. La regione è sempre meno considerata come grande produttrice di mosti, ma al contrario di vini di qualità buona o eccelsa. Tra l’altro, negli ultimi anni si sono approfondite le ricerche di selezione clonale soprattutto sui vitigni autoctoni, mentre assistiamo ad una conduzione del vigneto maggiormente improntato a criteri biologici e al minor impatto ambientale.
Oltre il 90% della viticultura abruzzese si sviluppa in collina mentre la restante parte in montagna, con vigneti che raggiungono i 1000 m dove è praticata una vera e propria viticultura eroica. Ben il 56% il vigneto abruzzese è impiantato a Montepulciano, prodotto per il 75% nella sola provincia di Chieti. Forse anche per questi numeri è stata scelta della location della manifestazione a cui ho partecipato: storia, cultura e Montepulciano passano per Chieti, e la scelta del Museo della Civitella è apparsa quanto mai appropriata.
In Abruzzo il Montepulciano lo ritroviamo così nelle produzioni del Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane nel Montepulciano d’Abruzzo, mentre è presente in uvaggio nel Controguerra rosso. Sempre da uve Montepulciano, di assoluto rilievo è il Cerasuolo d’Abruzzo, uno delle più importanti denominazioni di vini rosati del Paese.
Durante la manifestazione ho avuto modo di degustare in anteprima molti Montepulciano e Montepulciano riserva 2013. Assieme a questi, ho avuto modo di assaggiare anche altri millesimi di Montepulciano assieme a tanti altri vini della regione. Di seguito, il racconto di quelli che mi hanno maggiormente colpito.
Montepulciano d’Abruzzo Eikos 2013 – Agriverde
Rubino lucente, naso complesso con sentori fruttati in evidenza, quindi tabacco e spezie scure. Bocca importante, dove spicca una bella acidità e un tannino non ancora domo. Lunga la chiusura con un retrolfatto di liquirizia.
Montepulciano d’Abruzzo Rubestro Riserva 2013 – Cantina Frentana
Rubino cupo con bagliori granata, al naso percepiamo dei bellissimo sentori floreali di glicine e violetta, con un chiaro fruttato di amarena e un finale speziato. In bocca è già quasi in equilibrio, con tannini setosi e una buona morbidezza glicerica. Chiude fruttato.
Montepulciano d’Abruzzo Le Pinciaie Riserva 2013 – I Lauri
Colore rubino, appena scarico all’unghia, presenta uno spettro olfattivo ampio. Confettura di more, ciliegia, tabacco, quindi cuoio e una chiusura di liquirizia. Una vivace acidità e una bella trama tannica caratterizzano la bocca. Vino che fa presagire una lunga evoluzione.
Montepulciano d’Abruzzo Inferi Riserva 2013 – Marramiero
Di colore rubino pieno, al naso mostra tutta la sua gioventù. Ciliegia, spezie dolci come vaniglia e cannella, un accenno di tabacco. In bocca l’acidità è preponderante, mentre i tannini sembrano già setosi e comunque molto ben gestiti. Un campione in anteprima non confrontabile con millesimi come il 1994 o il 1993 da me già recensiti in passato. Un vino che comincerà a mostrare tutta la sua piacevolezza tra non meno di due anni.
Montepulciano d’Abruzzo 2013 – Cantina Bottari
Bel rubino lucente, all’olfatto è un'esplosione di sentori frutta: ciliegia, amarena, mora. Quindi note speziate di noce moscata e un finale balsamico. In bocca, nonostante prevalgano le componenti dure legate alla gioventù, colpisce per la buona morbidezza. Significativa la persistenza gustolfattiva.
Montepulciano d’Abruzzo 2013 – Tenuta I Fauri
Colore rubino pieno. Al naso spiccano i sentori floreali e fruttati, mentre cominciano a delinearsi delicate note speziate che fanno presagire un inizio di terziarizzazione. Sorso pieno e potente che evidenzia una spiccata acidità, con una lunga chiusura mentolata.
Montepulciano d’Abruzzo Impeto 2013 – Speranza
Rubino splendente, presenta un ventaglio olfattivo interessante e complesso. Attacco fruttato, con visciola in evidenza, quindi sentori di spezie dolci e tabacco. Ancora, note tostate di caffè. Bocca gustosa, con una vivida acidità e un tannino molto ben presente. Persistente.
Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Pepe Nero Riserva 2006 – Stefania Pepe
Splendido Montepulciano prodotto dalla figlia di Emidio. Il vino si presenta con un colore granato, ancora rubino al centro del bicchiere. Olfatto articolato con profumi di confettura di amarena, tabacco, cioccolato, cuoio e evidenti sentori pepati. Bocca larga ormai in equilibrio, dove le componenti dure sono bilanciate da alcol e glicerina. Lunga chiusura speziata. Mi è piaciuto moltissimo, unico Montepulciano non in anteprima che ho deciso di recensire.
Nel complesso registro un livello dei vini particolarmente elevato, in special modo dei Montepulciano che si confermano indissolubilmente legati a questa terra. Segnalo anche una partecipazione di produttori competenti, appassionati e consapevoli della necessità di preservare e valorizzare il proprio territorio, vista la diffusa cultura nella conduzione di una viticultura biologica o comunque a limitato impatto ambientale.
