Lasciamo la parola al vino.

1998 – Granato, con sorprendenti bagliori color rubino di gioventù, il naso è ampio con sentori di viola appassita, frutta rossa in confettura, spezie, cuoio e tabacco. In bocca le componenti alcol-gliceriche bilanciano i tannini e una spalla fresco-sapida molto ben presente. Lunghissimo il finale con ritorni retrolfattivi di liquirizia. Il vino durante la degustazione è cambiato molto nel bicchiere: il naso si è aperto completamente svelando tutta la sua piacevolezza. In bocca il vino è maturo, nel pieno della sua fase emozionale. Resterà tale a lungo. Mi auguro di poterlo riassaggiare tra qualche anno.

1999 – Colore granato con unghia più scarica, sembra più evoluto del precedente campione. Riconosciamo intensi profumi di confettura di prugna, noce moscata e tabacco. In bocca è caldo e morbido, con tannini setosi e un’acidità ben dosata. Perfetto l’equilibrio. Sembra addirittura più pronto del ’98, anche se sarei curioso di provarlo ancora nel tempo, per capire quale direzione prenderà la sua evoluzione.

2001 – Figlio di un grande millesimo, il vino è di colore rubino cupo con unghia granata. Colpisce all’olfatto per note floreali di violetta, piccoli frutti rossi in confettura e pepe. Ma subito la balsamicità prende il sopravvento con note di erbe aromatiche di timo e alloro. In bocca il vino dimostra gioventù e classe al tempo stesso, con tannini setosi e un’acidità talmente presente che ci fa intuire quanta strada possa ancora percorrere. Lunghissima la persistenza con continui ritorni balsamici, ora di eucalipto, ora di alloro. È rimasto in bocca così a lungo che mi ha impedito di passare al successivo campione per almeno venti minuti. Un vino maestoso, imponente, fuori dal tempo. Uno dei più grandi rossi che abbia mai degustato.

2003 – Annata caldissima che però non ha impedito alle vecchie vigne di fare un lavoro più che buono, a giudicare il vino che ne è scaturito. Di colore granato con unghia aranciata, al naso riconosciamo sentori di terra, tabacco e liquirizia nel finale. In bocca le componenti morbide ben bilanciano tannini e acidità. Chiusura con ritorni di pepe e liquirizia. Sembra nel complesso ancora piuttosto chiuso, lasciando presagire un’ulteriore evoluzione.

2005 – Rubino, il naso non è ancora del tutto espressivo, nonostante siano distinguibili le note fruttate e speziate. Riconoscimenti di eucalipto lo accostano per un momento al 2001, anche se è chiaro che in questo caso la terziarizzazione è appena all’inizio. In bocca l’acidità e un esuberante tannino prendono il sopravvento, dimostrando tutta la gioventù del vino. Chiude balsamico. Il vino non è ancora in commercio.

Rimane la consapevolezza dell’espressività del Dante Marramiero che raggiunge le vette dell’eccellenza con il 2001. Ma che dimostra sempre una grande integrità e tutta la sua personalità nell’interpretazione delle diverse annate.