Esistono due varietà di questo frutto : La Recantina a Pecolo scuro e la Recantina a Pecolo Rosso.
Ora, ritorniamo alla nostra cara e vecchia bottiglia, firmata Bisol, Maculan e Gregoletto, annata 2012:
la aprii come si apre qualcosa di cui non si consoce il contenuto, animato da una grande curiosità di scoprire che cosa si celasse dietro il sughero che mi separava dall’esperimento .
Verso il contenuto nel bicchiere.
Il colore è di un rosso rubino intenso, profondo.
Al naso è subito riconoscibile il frutto rosso, frutti di bosco, mirtillo, ribes, mora con una leggera presenza di nocciola, vaniglia con una componente speziata importante.
Al palato è secco, morbido, caldo con una buona acidità. Lungo finale in cui si sentono tornare le note di frutta rossa, marmellata di mirtilli, frutta secca e sempre quella speziatura che però è molto morbida.
Ottimo in abbinamento a grigliate , carne rossa ben condita o selvaggina.
Una scoperta che sempre di più mi fa capire quanto vario e importante è il nostro mondo enologico italiano.
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Un'antica uva ritrovata e degustata, la Recantina
Tempo fa a casa arrivò una bottiglia di vino che mio padre descrisse come un "esperimento".
L'etichetta diceva " Recantina " la quale è un'uva natia della provincia di Treviso, un vitigno molto antico coltivato fin dai primi del 600 e citato più volte dall'Agostini "queste benedette uve recandine per il gran utile che rendono poiché fanno molta quantità d’uva fa vino buono e bello”.
Nell'epoca post filossera se ne sono perse le tracce ma grazie all'intuito e al lavoro di alcuni produttori quest'uva "dimenticata" è ritornata in vita: è coltivata soprattutto nella zona del Montello, provincia di Treviso, poco distante della cittadina di Valdobbiadene, famosa per il prosecco.
Spesso viene confusa con il raboso.
