Sinceramente mi spiazzò, era lontano anni luce dalla mia idea di Montepulciano, opulento,disegnava archetti glicerici nel bicchiere, sontuoso nei profumi dall’ampio respiro che parlava di amarena sotto spirito, mirtillo, china, un vino da cui trasaliva, al naso, un mercato arabo pieno di spezie orientali, tabacco e sbuffi di rosmarino.

Al sorso rispondeva potente, con una alcolicità che sfiorava i 15,5 %, tannino vellutato, ben supportato da freschezza, con un finale di persistenza infinita e chiusura cioccolatosa. Un vino strepitoso, figlio di una vendemmia tardiva, con uve raccolte nella prima decade di novembre, per una maggior concentrazione degli zuccheri, impianto a tendone con basse rese non superiore ai 80 Quintali / Ettaro ai piedi del Gran Sasso che domina il vigneto di Pescosansonesco.

Un vino che non teme confronti con i migliori Amaroni della Valpolicella.
L’Harimann è una scommessa fuori dal coro, un fiore all’occhiello di una Azienda che rappresenta il meglio dell’Enologia abruzzese.
Abbinamento non facile per questo colosso, capace di sovrastare qualunque cibo, vino da meditazione, da bere a fino pasto, magari accompagnato da un Pecorino di Farindola Dop Stagionato *.

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* Il Pecorino di Farindola Dop, Presidio Slowfood, è un formaggio prodotto in un territorio limitato ad alcuni comuni tra le provincie di Teramo e Pescara, sul Gran Sasso tra cui Castelli e Farindola da cui prende il nome. E’ un formaggio antichissimo,citato anche da Plinio il Vecchio, unico al mondo, perché prodotto con caglio di maiale che gli conferisce una particolare piccantezza. E’ lavorato esclusivamente dalle donne dei paesi che fanno parte del Consorzio con latte di Pecora Pagliarola. Profuma delle erbe che crescono in primavera sul Gran Sasso, leggermente piccante e aromatico, con pasta avorio tendente al giallo con la stagionatura. Difficile da reperire. Si compra sul posto o da Eataly.