La vendemmia viene effettuata di regola a fine settembre. Le uve destinate al Manti restano in pianta un paio di settimane in più, risultando al momento della vendemmia leggermente surmature. Le uve vengono raccolte manualmente e trasportate con cura in cantina, dove viene eseguita la pressatura soffice per l’ottenimento del mosto fiore. Il mosto viene comunque sottoposto a refrigerazione per favorire la precipitazione delle fecce e dopo circa 24 ore sottoposto a filtrazione.
La fermentazione avviene a circa 15° C in parte in barrique nuove. E, dopo i travasi, il vino staziona sempre in barrique nuove per circa 7-8 mesi prima di essere imbottigliato. In bottiglia si compie il successivo affinamento.
Ma passiamo ora alla degustazione.
Il vino si presenta con una veste di colore giallo oro-verde vivo, cristallino, di aspetto meraviglioso. Già dal colore capiamo che in vino attraversa ancora una fase giovanile della sua vita. Il vino è consistente, formando lacrime spesse nel calice sottoposto a lieve roteazione. Intenso e complesso al naso, con sentori floreali di acacia e miele, erbe aromatiche, frutta matura ed esotica. In bocca il vino è ben strutturato, caldo con i suoi 13,5° e morbido. Tuttavia una vibrante componente fresco-sapida non lo pone ancora in perfetto equilibrio, nonostante i suoi quattro anni e mezzo di età. Ma questa freschezza, così ben percettibile, garantirà al vino ancora una lunga strada davanti a sé.
Mi piacerebbe averne un’altra bottiglia per poterlo riassaggiare tra non meno di cinque anni. Molto persistente, il finale è elegante e minerale con ritorni agrumati e di frutta secca tostata.
Vino duttile, idoneo ad essere facilmente abbinato a diverse pietanze. Personalmente con il Manti ho mangiato del pesce spada al forno con patate. Ma lo si può provare anche accanto a piatti di carne bianca o a preparazioni di verdure.
Amo essere sorpreso, e in questo caso ammetto di esserlo stato. Un vino da uve Chardonnay per nulla banale, né dal gusto omologato, come tanti Chardonnay in commercio. Un vino bianco laziale che contribuisce a sfatare il falso mito della mediocrità dei vini della regione.
