Ad Antoine ed a sua moglie Maria Diamante, con cui ha fondato l’azienda nel 1996, dobbiamo tanto e deve tanto il Fiano di Avellino, che ha catturato l’attenzione di molti grazie alla longevità delle sue produzioni. Innovatore e fine “imitatore” di buone idee altrui fu uno dei primi ad uscire con il suo Fiano ad un anno di ritardo rispetto alla vendemmia lasciando il tempo al prodotto di mitigare l’acidità e dando maggiore equilibrio; l’uso del legno per i bianchi, poi il ritorno all’acciaio. Ci mancherà Antoine con la sua voglia di innovare… Gli artisti però, ed Antoine era uno di loro, non muoiono mai perché lasciano un segno indelebile con le loro opere ed i ricordi che possiamo associare ad esse. In questo i vini di Antoine vista la capacità di invecchiare continueranno a tenerlo vivo, come i ricordi che ognuno associa ai profumi ed al gusto del frutto del suo lavoro. “La vigna è la mediazione tra il suolo e la bottiglia. La capacità di un buon viticoltore deve essere quella di trasferire il terreno nel bicchiere, perché quello nessuno ce lo può rubare.” Ciao Antoine, la tua opera continuerà nelle bottiglie che ci hai lasciato e che potremo aprire nei prossimi decenni convinti di ritrovare te: scariche di energia e di carattere. I funerali si svolgeranno domani, venerdì 16, alle 10 presso la chiesa di Maria Addolorata a Montefredane.