In materia di grandi vini rossi la regione Campania la sa lunga ed è stata senza dubbio una delle regioni più importanti per l’insediamento e la diffusione del vino già in tempi antichi. Tra i più amati il Lacryma Christi, un vino avvolto dalla leggenda sia per il paradisiaco luogo dove le viti si sono giustamente adattate sia per l’affascinante nettare che sorso dopo sorso colpisce il degustatore.

Il mito che si snoda tra sacro e profano, è legato all’episodio in cui Lucifero, al momento di essere cacciato dal paradiso ne ruba un angolo, il più bello, portandolo con sè sulla Terra. Nasce così il Golfo di Napoli e Gesù Cristo amareggiato dal furto subito, scoppia in un pianto disperato che bagna l’area Vesuviana dando origine ai vitigni autoctoni che concorrono alla realizzazione del vino. Una vicenda molto forte che giustificherebbe le bellezze del luogo ma che viene abbinata però ad un’ altra credenza. Protagonista sempre Gesù Cristo che non svelando però la sua identità va a fare visita ad un eremita che gli offre dell’acqua per alleviargli le fatiche del viaggio. Per ricompensare la generosità dell’uomo Gesù Cristo a quel punto  trasforma l’acqua a disposizione in prezioso vino.

Numerose sono le leggende che da sempre sono state attribuite al vino ,che racchiude in sè peculiarità quasi ultraterrene. Leggende e miti a parte ciò che è certo è la qualità che i terreni pulvirenti ubicati alle pendici vulcaniche conferiscono al vino. Facili da lavorare e ricchi di minerali Aglianico, Piedirosso e Sciascinoso, insediano le loro radici in questa terra sinonimo di vini eccezionali. Primo tra tutti l’aglianico ,l’uva più importante del versante meridionale Italiano poichè maturando tardivamente non potrebbe crescere al nord. Lo avevano già intuito i Greci che lo impiantarono chiamandolo “ellenico”. Se si vogliono ottenere vini rossi di grande personalità non si può non prenderlo in considerazione. Tipici di questo vitigno i sentori intensi di confettura che con l’invecchiamento virano verso sentori speziati ed ematici. il Piedirosso nome derivante da una particolare colorazione del rachide che ricorda il piede del colombo, è il secondo vitigno più diffuso della regione. Elargisce al vino sentori floreali spiccati che con l’invecchiamento virano verso sentori animali e speziati. Buona la componente tannica. Ultimo ma non ultimo in qualità, lo sciascinoso, detto anche olivella, chiamato così per la forma allungata dell’acino .


Monte Somma Vesuvio azienda vitivinicola che si è già contraddistinta per i sublimi bianchi da uve Catalanesca, continua la produzione con austeri e piacevoli vini rossi. Insediatasi ai piedi del Vulcano, la Monte Somma Vesuvio produce vini unici con lo scopo di far apprezzare gli autoctoni assecondando il terroir.


Trocla lacryma Christi DOC del Vesuvio 2012

Piedirosso 80% aglianico 10% sciascinoso 10%
Tre mesi di acciaio e affinamento  di due mesi in bottiglia.
Esame visivo:  colore rubino
Esame olfattivo: Il naso si perde tra sentori fragranti di frutti di bosco e frutti rossi  che fanno da cornice a quel timbro minerale tipico dei vini del Vesuvio.
Esame gustativo: In bocca le componenti moribide e dure risultano equilibrate;il tannino ben integrato apre la strada ad una lunga persistenza .
Con l’invecchiamento questo vino migliorerà ancora di più.


Trocla lacryma Christi DOC del Vesuvio 2012 Linea Silver

Piedirosso 80% aglianico 10% sciascinoso 10%
Riposa dodici mesi in barrique e affina due mesi in bottiglia.
Esame visivo: Colore rubino
Esame olfattivo: Al naso si avvertono sentori tostati  complessi ed eterei come tabacco e cuoio. Non mancano riconoscimenti speziati che ricordano il bastoncino di liquirizia.
Esame gustativo: la bocca viene avvolta dal tannino e dalla sensazioni olfattive che ritornano anche in persistenza.


Per un corretto abbinamento il corpo del vino non deve scavalcare la struttura del piatto. Oltre ai classici taglieri di salumi e formaggi stagionati, primi piatti ben conditi e saporiti rappresentano un gustoso accostamento per il Trocla. Carni rosse e arrosti per il barricato. Entrambi comunque si sposano assolutamente con i piatti della tradizione campana.
Quando si apprezzano questi due vini, si apprezzano due piacevoli ed interessanti rossi dal carattere vulcanico che emettono sensazioni diverse ogni volta che si torna col naso nel bicchiere. Una vera e propria immersione di profumi e sapori che si mescolano tra loro dando origine ad una persistenza che culla piacevolmente il palato. Difficile per il degustatore non rimanerne ammaliato.